Nel 1896, conclusi gli studi, Cambellotti intraprende l’attività di decoratore, coltiva nell’animo l’aspirazione a praticare le più diverse tecniche artistiche. Come egli stesso ricorda:


Fino dal 1897 mi occupai di cartelli pubblicitari e la mia attività in tal genere la mantenni fin quasi al 1900. […] preferivo sempre il cartellone al quadro perché più diretto al popolo e perché concedeva più spazio e maggiore libertà di espressione. E da questo fu facile passare ad una forma di grafica più atta alla diffusione perché moltiplicabile: la xilografìa…»


Il manifesto per il Teatro Drammatico Nazionale di Roma, diretto da Ugo Falena, è ricordato come il primo lavoro che fece conoscere al pubblico Cambellotti. L’impostazione completa è riportata in un bozzetto (in Duilio Cambellotti scultore e l’Agro Pontino, 1984 p. 30) con il motivo figurato di Euterpe, la musa della musica tradizionalmente raffigurata con la lira. Ugo Falena (Roma 1875- 1931) fu autore drammatico, critico teatrale, regista cinematografico, segretario dalla fondazione della Compagnia Stabile Romana. Nel 1909 passò alla direzione generale della Film d’Arte Italiana. Cambellotti collaborò spesso con lui nel mondo del cinema con cartelonistica e scenografie.
Nel Manifesto per l’Esposizione Nazionale di Torino del 1898,  Cambellotti aveva pensato ad un omaggio dell’Italia alla città di Torino, impersonate da due delicate fanciulle in tunica. La colonna che sotiene il toro, emblema della città, lo scudo e la targa con l’iscrizione fanno da assi portanti alla com­ posizione. Il trono decorato dal toro su cui siede la fanciulla allude a Torino e le due figure femminili che le rendono omaggio sono simboli dell’industria e dell’arte, appropriati ad una manifestazione che celebrava il cinquantesimo anniversa rio dello Stauto con un “inventario imponentedei prodotti dell’ingegno e del lavoro italiano” e delle belle arti nazionali. A Torino presenta il manifesto pubblicitario per la ditta Incandescenza S. Lipizzi. Con un originale stile liberty, Cambellotti utilizza figure di donna con una certa elegante, utilizzando il concetto delle fanciulle libellule, che volano attorno alla lampada a gas di impianti  di  illuminazione  moderna.


Grazie a Falena, Cambellotti si applica alla scenografia, ai costumi, ai manifesti e alle locandine per il teatro. Ancora scrive:


L’ allestimento di spettacoli teatrali è una delle varie manifestazioni che occupano la mia vita d’arti­ sta. [..] Ilmio primo contatto con la ribalta di un teatro nella qualità di allestitore di spettacoli fu nel 1906, allorché la Compagnia Stabile di Roma inaugurò ilsuo esperimento drammatico col Giulio Cesare di Shakespeare, affidandone a me l’allestimento scenico


lo si vede poi impegnato al Teatro Argentina fino al 1911: dalla Nave di D’Annunzio, al Re Lear di Shakespeare, alla Furia Dormiente di Fausto Salvatori.


Nel Febbraio del 1914.. Su invito del Conte Gargallo, presidente del Comitato per la messa in scena di spettacoli classici al Teatro greco di Siracusa, realizza il progetto per la scenografia per Agamennone di Eschilo tradotto da Ettore Romagnoli. Era l’inizio di un lungo sodalizio con l’Istituto Nazionale del Dramma Antico, per il quale l’artista romano collaborò fino al 1948, ideando scene, costumi, manifesti, dei drammi classici che ogni primavera, secondo un tradizione ancora oggi viva, erano riproposti in uno dei teatri più grandi e importanti della Magna Grecia.


Il nostro Museo Civico, espone alcune delle innumerevoli produzioni nel settore del maestro, in particolare:


Duilio Cambellotti

Manifesto per

Le rose del martirio …. Allegorie di Sem Benelli per la

Croce Rossa Italiana.,

Tespi Film di Roma

Manifesto, Matita inchiostro e bistro, puro e diluito, biacca su carta intelaiata , mm. 100×70

Sem Benelli (Filettole, 1877 – Zoagli, 1949) è stato un poeta, scrittore e drammaturgo. Famoso, a livello internazionale, per “La cena delle Beffe“. Benelli scrisse i soggetti originali dei films Le rose del Martirio (1918, Tespi film). La rosa rossa è il simbolo della carità che, se spinta fino ai limiti estremi, può anche portare al martirio. Non a caso, infatti, una leggenda d’ispirazione cristiana vuole che il suo colore rosso sia stato generato dal sangue di Cristo sulla Croce.


Duilio Cambellotti

Manifesto per il film:

Il Sentiero delle Belve” di Vittorio

Tedesco Zammarano, 1929

Manifesto, Cromolitografia su carta  , mm. 2000×1400

Il Colonnello Zammarano (Parigi 1890 – Roma 1959) è scrittore, regista e divulgatore di caccia grossa. Girato in Africa, il film è un documentario sulla caccia agli animali più pericolosi.

Donazione:  Vittorio Tedesco Zammarano 2013 – Delibera di GM n. 46 del 13/01/2013


Duilio Cambellotti

Manifesto per la rappresentazione:

I Sette a Tebe  e Antigone, 1924

Manifesto, Cromolitografia su carta , mm. 1100×1550

Il manifesto, necessariamente sintesi di un “racconto visivo”, grazie alla sua pubblicizzazione, offre inoltre una lettura anticipata e parallela dello “stile” dello spettacolo. Cambellotti concentra i personaggi in uno spazio talmente dilatato da non avere prossimi riferimenti: una scena dinamicamente rappresentata con il movimento delle braccia dei soldati greci, anticipa un decennio prima quella dei “militi grigi”, dei “soldati di cento battaglie”, chiamati a “redimere” l’Agro Pontino e rappresentati nel

1934 da Duilio Cambellotti al centro del fregio per il Palazzo del Governo di Littoria.

Donazione:  Amici dei Musei 2006 – Delibera di GM n. 206 del 21/04/2006


Duilio Cambellotti

Manifesto:

“Le scuole per i contadini dell’Agro Romano – Mostra dell’Agro Romano”, 1911

Cromolitografia su carta, mm. 995×1400

Nel 1910 Cambellotti vince il concorso per il manifesto dell’Esposizione Internazionale di Roma per il Cinquantesimo dell’Unità d’Italia. Nel 1911 viene inaugurata a Roma una mostra sulle scuole dell’Agro pontino -romano, allestita in breve tempo e con poca spesa. Cambellotti progetta la grande capanna artistica, costruita da contadini (alunni o padri di alunni delle nostre scuola, dove erano esposti quadri e sculture di Duilio Cambellotti, di Giacomo Balla, di Pierina Levi, di Annie Nathan, di Grete Cahn Speyer, di Gino Galli. Nel manifesto, l’aratro sorreggente un libro aperto, vuole sottolinere l’unica opportunità di redenzione degli umili e degli indifesi abitatori della palude pontina, L’aratro, che in questo manifesto campeggia sul paesaggio rappresentato dal villaggio di capanne dei “guitti”, è il leit motiv di Cambellotti in numerosi bozzetti e disegni, (cfr. le illustrazioni per Usi e Costumi della Campagna Romana di E. Metalli). Da questa mostra inizia l’impegno di Cambellotti per rendere nota l’azione della Scuola e della Bonifica e i consolanti risultati ottenuti nell’opera di redenzione civile ed agricola, con una mostra dei mezzi adoperati allo scopo dal Comitato delle Scuola e del Ministero di Agricoltura. Tale l’intento della Mostra, i cui risultati finanziari sarebbero stati devoluti a beneficio delle Scuole e della Redenzione della Palude Pontina ed alla edificazionenel 1921 della Scuola di Casal delle Palme sulla via Appia.