Duilio Cambellotti

Duilio Cambellotti nasce a Roma il 10 maggio 1876. Giovanissimo inizia a frequentare la bottega del padre Antonio, intagliatore e decoratore, compiendovi il suo apprendistato artistico. Si avvicina alle idee di William Morris, con cui condivide l’idea di un’arte la cui finalità sociale e pedagogica è quella dell’utilità e della fruibilità per tutti, dall’intellettuale al contadino.

 

Nel 1897 ottiene il diploma per l’insegnamento nelle Scuole d’Arte Applicata. In questo periodo viaggia molto fra Napoli, Instanbul e Atene, dove visita musei archeologici approfondendo la sua conoscenza dell’arte classica e inizia a collezionare ceramiche d’uso quotidiano. Ottiene importanti incarichi da ditte italiane e straniere per la realizzazione di mobili, lampade e gioielli, dei quali rimangono interessanti disegni che ne rivelano le linee ispirate all’Art Nouveau.

 

Si avvicina alla fotografia che pratica all’aperto e in studio: un mezzo che userà molto nelle passeggiate per l’Agro Romano con l’artista ed educatore Alessandro Marcucci. La loro sarà un’amicizia che negli anni diverrà parentela, quando Laura Marcucci sposerà Adriano Cambellotti, primogenito di Duilio.

 

Nel 1900, insieme ad Alessandro Marcucci, organizza delle letture popolari della Divina Commedia. Questo evento lo porta a partecipare al concorso bandito da Vittorio Alinari per un’edizione illustrata della Divina Commedia, realizzando le testate e i finali di due canti dell’Inferno e classificandosi al terzo posto.

 

Nel 1904 Cambellotti entra, con il soprannome di “Torello” per il suo carattere fiero, a far parte del gruppo di artisti che prendono il nome de I XXV della Campagna Romana. Insieme erano soliti fare escursioni nella campagna romana per dipingere e scattare fotografie alla ricerca di ispirazione dal vero.

 

L’incontro con Ugo Falena, direttore del Nuovo Teatro Stabile di Roma, gli apre le porte all’attività teatrale: costumi e scene del Giulio Cesare di Shakespeare porteranno la sua firma.

 

Nel 1908 ricopre la cattedra di ornato modellato all’Accademia di Belle Arti di Roma che manterrà per 22 anni, e il suo studio in via Pierluigi da Palestrina è frequentato da moltissime personalità, dagli amici Alessandro Marcucci e Giacomo Balla, ma anche dal poeta Giovanni Cena e dallo scrittore russo Maksim Gorkij. Con i pittori Vittorio Grassi e Umberto Bottazzi condivide l’interesse per la progettazione di interni e complementi d’arredo e partecipa alla fondazione della rivista «La Casa».

 

Con Giovanni Cena, Giacomo Balla e Alessandro Marcucci organizza, nel 1911, a Ponte Flaminio, la Mostra delle Scuole dellAgro Romano e progetta e decora la Capanna dellAgro come luogo di attività culturali. Nello stesso anno sposa Maria Capobianco, cugina di Boccioni.

 

Nel 1912 illustra il Sillabario e il Componimento per i bambini delle Scuole dellAgro Romano e dal 1914 ha inizio la sua attività di scenografo e costumista per il Teatro greco di Siracusa, per il quale lavorerà ininterrottamente fino al 1939.

 

Negli anni successivi la sua attività spazia dalle illustrazioni alle scenografie per i film. Sono gli anni della sperimentazione senza sosta, dell’avvicinamento del progetto educativo dei fanciulli dell’Agro Romano tanto che, nel 1922, disegna le tavole di lettura per le scuole dell’Opera contro l’analfabetismo ed esegue numerose illustrazioni per il testo di Ercole Metalli Usi e costumi della campagna romana.

 

Dal 1926, anno in cui illustra I Fioretti di San Francesco, fino al 1930, quando viene nominato Accademico di San Luca, si dedica alle illustrazioni del Saggio sulla modernità di Filippo Francesco di Castel Lentini, il Sillabario e Il libro delle classi elementari per le Scuole Rurali di Alessandro Marcucci. Sono gli anni in cui ottiene numerosi incarichi pubblici di rilievo: disegna arredi e decorazioni nel nuovo Palazzo dell’Ente Autonomo dell’Acquedotto Pugliese di Bari, realizza cicli decorativi presso l’Istituto Eastman di Roma, esegue illustrazioni a colori del volume Il palio di Siena di Piero Misciattelli, disegna le decorazioni per il Palazzo della Prefettura di Ragusa.

 

Dal 1934 al 1937, chiamato da Oriolo Frezzotti, urbanista che sta progettando la nuova città di Littoria, esegue i cicli decorativi per il Palazzo del Governo in Piazza XXIII Marzo (ora Piazza della Libertà). La Redenzione dell’Agro è il racconto della lunghissima frequentazione umana e artistica di Cambellotti con il territorio.

 

Il lavoro come scenografo lo impegna ancora al Teatro Romano di Ostia Antica con l’allestimento de Gli Uccelli di Aristofane e, a Siracusa, con l’Orestea di Eschilo. Nel 1948 fornisce spunti per le scene del film di Augusto Genina Il cielo sulla palude.

 

Muore a Roma, il 31 gennaio 1960, a 83 anni, e viene seppellito con indosso il suo camice di lavoro color carminio, una stecca e una spiga di grano tra le mani.